Cari fratelli e sorelle,
il Vangelo che oggi la liturgia ci propone è un inno al mistero della fede: il Verbo di Dio, eterno e onnipotente, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Giovanni ci conduce al “principio”, al momento in cui tutto è stato creato per mezzo della Parola. Questa Parola non è qualcosa di astratto o lontano: è Cristo stesso, la vita e la luce per ogni uomo.
La luce splende nelle tenebre, ma Giovanni ci avverte che non sempre viene accolta. “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.” È una realtà che attraversa tutta la storia e tocca anche le nostre vite. Quante volte, distratti da altre luci illusorie o appesantiti dalle nostre fragilità, non riconosciamo Cristo che viene a noi?
Eppure, il Vangelo ci offre una promessa straordinaria: “A quanti però lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.” Questo è il cuore del Natale: Dio non solo si avvicina a noi, ma ci rende partecipi della sua stessa vita divina. Diventare figli di Dio significa ricevere una nuova identità, che ci chiama a vivere in comunione con Lui e ad essere testimoni della sua luce nel mondo.
Giovanni Battista ci insegna cosa significa essere testimoni. Egli non era la luce, ma la indicava. Anche noi siamo chiamati a riflettere la luce di Cristo con le nostre vite, con scelte di amore, verità e giustizia. Non serve essere perfetti, ma aperti alla grazia, lasciando che Dio operi attraverso di noi.
Infine, Giovanni ci dice: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.” Questa è la grandezza del nostro Dio: non ci salva da lontano, ma si fa vicino, entra nella nostra storia, condivide le nostre gioie e le nostre sofferenze. In Cristo, Dio si fa fragile per essere alla portata di tutti.
Accogliamo, allora, questa luce nella nostra vita. Riconosciamo in Cristo il dono che illumina le nostre tenebre e ci guida verso la vera vita. Chiediamo al Signore di rinnovare il nostro cuore, perché possiamo vivere come figli amati e testimoni gioiosi del suo amore nel mondo.
Amen.