La Vergine Maria a Luisa Piccarreta: “Non appena il Fiat Divino si riversò sul mio germe umano per impedire i tristi effetti della colpa, la Divinità sorrise, e si mise in festa nel vedere nel mio germe quel germe umano puro e santo, come uscì dalle loro mani creatrici nella creazione dell’uomo. E il Fiat Divino fece il secondo passo in me, col portare questo mio germe umano, da Esso purificato e santificato, innanzi alla Divinità, affinché si riversasse a torrenti sopra la mia piccolezza in atto di essere concepita. E la Divinità, scorgendo in me bella e pura la sua opera creatrice, sorrise di compiacimento; e volendomi festeggiare, il Padre Celeste versò su di me mari di Potenza, il Figlio mari di Sapienza, lo Spirito Santo mari d’Amore. Sicché io restai concepita nella luce interminabile della Divina Volontà; ed in mezzo a questi mari divini che la mia piccolezza non poteva contenere, formavo onde altissime per rimandarle come omaggi di amore e gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo. E la Divinità era tutt’occhi su di me, e per non farsi vincere da me in amore, sorridendomi e vezzeggiandomi mi mandava altri mari, i quali mi abbellivano tanto che, come fu formata la mia piccola umanità, acquistai la virtù rapitrice di rapire il mio Creatore; e si faceva veramente rapire, tanto che tra me e Dio fu sempre festa; nulla ci negammo a vicenda. Io non Gli negai mai nulla, e Lui neppure.”
(La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà – Serva di Dio Luisa Piccarreta)