SEGNO ANTICO
SEGNO OGGI SOSPESO DALLA PANDEMIA
Inutile dire che non potersi sfiorare, non esprimere anche con un piccolo segno concreto la volontà di creare comunione è un impoverimento, anche della stessa Celebrazione Eucaristica, nella quale ogni gesto, parola, azione, oggetto …ha un preciso significato, finalità, ruolo.
NUOVO SEGNO DURANTE LA PANDEMIA, a partire da domenica 14 febbraio 2021
L’abitudine di scambiarsi un segno di pace durante le celebrazioni è antichissimo. Ne parla già san Giuseppe di Nablus all’inizio del II secolo e san Cirillo di Gerusalemme, siamo al IV secolo, lo pone subito prima del dialogo del prefazio. Si tratta di un gesto importante che, come spiegano i liturgisti, è «esplicitazione del senso della comunione cristiana», rimarcando l’importanza del dono, la pace appunto, che viene dal Signore.
“La pandemia – si legge nel comunicato finale dei Vescovi del 27 gennaio scorso – ha imposto alcune limitazioni alla prassi celebrativa al fine di assumere le misure precauzionali previste per il contenimento del contagio del virus”.
Da quando è scoppiata l’emergenza Covid, in molte parrocchie non lo si dice più̀ la formula: “Scambiateci un segno di pace”. Per ridurre al minimo i contatti si preferisce soprassedere, evitare ogni contatto.
“Non potendo prevedere i tempi necessari per una ripresa completa di tutti i gesti rituali i vescovi hanno deciso di ripristinare, a partire da domenica 14 febbraio 2021, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, invocato da Dio durante la Celebrazione Eucaristica”.
- Anzitutto il celebrante pronuncerà la nuova formula: “Scambiatevi il dono della pace”. Tale nuova formula sostituisce la precedente espressione: scambiatevi un segno di pace.
- Viene indicato dai Vescovi un nuovo segno: «non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti, in questo tempo può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo”.
All’invito “Scambiatevi il dono della pace”, dunque, sarà̀ possibile “volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino”. Questo gesto, per i vescovi, “può esprimere in modo eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità. ‘augurando: ‘La pace sia con te’, può̀ essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale”.
Pertanto da domenica 14 febbraio 2021 si compie lo scambio della pace:
• Con il “contatto visivo e con un semplice inchino” verso il proprio vicino:
* con chi ti sta alla destra e alla sinistra,
* senza lasciare il tuo posto
* in modo sobrio
* senza voltarti all’indietro, per rispetto verso Cristo-Eucaristia presente realmente sull’altare.
• Indispensabile è ricordare che la pace, che ci scambiamo nella S. Messa, è quella che Cristo ci dona con la Sua morte-Risurrezione (pace verticale), che rende possibile la pace con il prossimo e con il creato (pace orizzontale).
“Ad ogni modo, – afferma il documento della Congregazione per il Culto divino nel 2014, approvato da Papa Francesco- sarà̀ necessario che nel momento dello scambio della pace si evitino definitivamente alcuni abusi come:
– L’introduzione di un “canto per la pace”, inesistente nel Rito romano. – Lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace tra loro. – L’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele. – Che in alcune circostanze, come la solennità̀ di Pasqua e di Natale, o durante le celebrazioni rituali, come il Battesimo, la Prima Comunione, la Confermazione, il Matrimonio, le sacre Ordinazioni, le Professioni religiose e le Esequie, lo scambio della pace sia occasione per esprimere congratulazioni, auguri o condoglianze tra i presenti…
È bene ricordare come non tolga nulla all’alto valore del gesto la sobrietà̀ necessaria a mantenere un clima adatto alla celebrazione, per esempio facendo in modo di limitare lo scambio della pace a chi sta più̀ vicino…
Uno scambio della pace correttamente compiuto tra i partecipanti alla Messa arricchisce di significato e conferisce espressività̀ al rito stesso…
Cristo è la nostra pace, quella pace divina, annunziata dai profeti e dagli angeli, e che Lui ha portato nel mondo con il suo mistero pasquale. Questa pace del Signore Risorto è invocata, annunziata e diffusa nella celebrazione, anche attraverso un gesto umano elevato all’ambito del sacro”.