Incontro del giorno 18 novembre 2015
Abbiamo aperto l’incontro con il canto allo Spirito Santo “E’ lo Spirito di Dio che soffia dentro di noi…” il quale non ha tardato a visitarci…come sempre infatti Lui è alla porta e bussa… basta aprirgli! Abbiamo dato lettura dei passi biblici della vocazione di Abramo (Gn 12, 1-9) in cui appare chiaro il modo di agire del Signore. Egli non usa mezzi termini, né mezze misure, è perentorio nelle sue richieste: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò…” cioè gli chiede di lasciare ogni benessere, ogni sicurezza e senza dargli altre indicazioni gli ordina di partire… E noi grazie alla risposta positiva di Abramo oggi siamo benedetti…. Sì perché la Parola è forza, è potenza…fa miracoli e compie prodigi SEMPRE!
Ma se potente era questa Parola rivelata ai patriarchi, profeti, re, giudici dell’Antico Testamento, quanto più potente è quella diretta pronunciata da Gesù, Verbo di Dio, Dio stesso (Gv.1) fatto uomo e venuto ad abitare in mezzo a noi. Abbiamo già avuto modo di meditare sul passo della lettera agli Ebrei, cap. 4,12-13….circa la grazia che può conferire a chi si approccia ad essa con le giuste condizioni, ma può diventare anche motivo di condanna, nel caso in cui pur conoscendola e apprezzandone la grazia e la potenza rigenerante, viene poi disattesa o peggio rifiutata (Gv 12,44-50).
GESU’ E’ LA PAROLA CHE ILLUMINA, LIBERA, GUARISCE, NUTRE, SANTIFICA.
Gesù è la Parola che ci rivela il Padre, che ci fa conoscere ciò che da lui ha udito e ci parla con le sue parole. << Perché io non ho parlato da me… >> (Gv 12,44-50). È la parola che penetrando, converte: separa ciò che è di Dio da ciò che non lo è, ci mostra la beata speranza alla quale siamo chiamati e la via per arrivarci (Eb 4, 12-13). La Parola stessa si fa via, verità e vita. È una Parola potente in forza della quale, “i ciechi vedono, i sordi odono, i muti parlano e gli zoppi camminano, i morti risuscitano e ogni lebbra dello spirito è mondata“… (Mt 11,1-6).
È la Parola che ci nutre assimilandoci a sé; che ci fermenta dal di dentro come un lievito di grazia custodito nel cuore, operando incessantemente alla nostra santificazione.
È una Parola che ci provoca aspettando da noi una risposta personale, mai uguale a quella degli altri …
<< Chi sono io per te? >>
Ora noi possiamo rispondere come Pietro: << Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente! >> (Mt 16,13 e ss) che per noi si può tradurre in una preghiera di mirabile fede: << Tu sei il mio Signore e mio Dio >>… ma più spesso, pur camminando accanto a Gesù, fianco a fianco con lui, come i discepoli di Emmaus, non lo riconosciamo, anche se “il cuore ci arde in petto” e lo invitiamo a “restare con noi perché si fa sera”. Ma quante volte anche noi siamo come i due discepoli di Emmaus, << Tardi e duri di cuore >>”… (Lc 24,13-35). Però è giunto per noi il tempo che
NON POSSIAMO PIU’ IGNORARE LA PAROLA … NON CI E’ PIU’ LECITO.
San Girolamo afferma: “l’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo”. Non è vero che conosciamo Gesù, la Parola, se noi questa Parola non la leggiamo. Merito del Concilio Vaticano II averla rimessa nelle mani del popolo di Dio dopo cinque secoli d’esilio dei testi sacri … Dobbiamo leggerla, passare del tempo ad ascoltarla, farne tesoro per la nostra vita.
Compiti per la settimana
- Meditando sulla domanda di Gesù ai discepoli: “La gente, chi dice che io sia?” domandati:
Io che dico che sia Gesù? - Pregare con il salmo 144: Maestà e bontà del Signore. “O Dio mio re…”